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Dipendenza Affettiva: cosa signifiva “amare troppo”?

“Quando essere innamorati significa soffrire, stiamo amando troppo…Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un’infanzia difficile, stiamo amando troppo..Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui/lei vorrà cambiare per amor nostro, stiamo amando troppo. Quando la relazione mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo”

                                                                                                     Robin Norwood, donne che amano troppo

  Liberamente tratto dal libro “Donne che amano troppo” di RobinNorwood

Attenzione, vi riconoscete?

Venite da una famiglia disturbata, dove nessuno si curava dei vostri bisogni emotivi? Avendo ricevuto ben poco autentico affetto, cercate di saziare questo bisogno disatteso per interposta persona, offrendo le vostre cure a qualcuno, specialmente agli uomini che sembrano in qualche modo averne bisogno? Poichè non eravate mai riuscite a cambiare i vostri genitori trasformandoli nelle persone calde e affettuose che desideravete tanto intensamente, rispondete con troppa passione al tipo di uomo emotivamente non disponibile che vi è familiare, e che potete di nuovo cercare di cambiare con il vostro amore? per il terrore dell’abbandono, fate qualsiasi cosa per impedire che la relazione finisca? Abituate alla mancanza di amore nei rapporti personali, siete disposte ad aspettare, sperare, e a continuare a sforzarvi di piacere? Siete disposte ad assumervi ben più del cinquanta per cento di responsabilità, colpe e biasimo in una relazione? La vostra autostima è pericolosamente bassa e, nel profondo di voi, siete convinte di non meritare di essere felici? Piuttosto credete di dovervi guadagnare questo diritto? Poichè nell’infanzia non vi siete mai sentite sicure, avete un bisogno disperato di controllare il vostro uomo e la vostra relazione? Mascherate i vostri sforzi di controllare persone e situazioni con il pretesto di essere “soccorrevoli”? in una relazione siete più in contatto conn il vostro sogno di “come potrebbe essere” che con la realtà dei fatti? Siete dedite agli uomini e alle sofferenze emotive come una droga? Forse siete predisposte emotivamente, e spesso biochimicamente, a diventare dipendenti da droghe, da alcol, e/o da certi cibi, in particolare i dolci? Essendo attratte da persone con problemi, che hanno bisogno di essere risolti, e lasciandovi coinvolgere in situazioni caotiche, incerte, ed emotivamente penose, dimenticate le responsabilità che avete verso voi stesse? Forse avete una tendenza alla depressione, che cercate di prevenire con l’eccitamento che viene da un rapporto sentimentale instabile? Non trovate attraenti gli uomini gentili, equilibrati, degni di fiducia che forse si interessano a voi?Questi “bravi ragazzi” vi sembrano noiosi?

La capacità di amare dipende proprio dalla capacità dei membri della coppia di percepirsi e rispettarsi come individui separati, cioè di riconoscere l’altro nella sua diversità senza per questo perdere di vista la propria individualità. Il legame amoroso diventa disfunzionale e problematico quando il vincolo di coppia offusca i propri bisogni e ci si incatena all’altro soffocando la propria individualità e , i questi casi si parla di Love Addiction o Dipendenza Affettiva Patologica.

Una relazione sentimentale può essere considerata disfunzionale se vengono rispettati tre o più dei seguenti criteri:

  • Esistenza di una sindrome da astinenza per l’assenza dell’amato, caratterizzata da significativa sofferenza e un bisogno compulsivo dell’altro;

  • Considerevole quantità di tempo speso per questa relazione (in realtà o nel pensiero);
  • Riduzione di importanti attività sociali, professionali o di svago;
  • Persistente desiderio o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare la propria relazione;
  • Ricerca della relazione, nonostante l’esistenza di problemi creati dalla stessa;
  • Esistenza di difficoltà di attaccamento, come manifestato da uno dei seguenti:
    • (a) ripetute relazioni amorose esaltate, senza alcun periodo di attaccamento durevole;
    • (b) ripetute relazioni amorose dolorose, caratterizzate da attaccamento insicuro”

Nei casi estremi, per es. anche quando il partner è violento fisicamente, i pazienti dipendenti tendono a giustificarlo, si isolano, mentono o non chiedono aiuto pur di proteggerlo; spesso purtroppo non riescono a lasciarlo anche quando è a rischio la loro incolumità fisica. Generalmente, i pazienti con dipendenza affettiva sono consapevoli degli effetti devastanti che il partner ha nella loro vita, ma esattamente come i tossicodipendenti, non riescono ad astenersi dalla relazione .Chi soffre di dipendenza affettiva si sente inadeguato e non degno di amore e vive costantemente con il terrore di essere abbandonato dal partner. La paura dell’abbandono induce al tentativo di controllare l’altro con comportamenti compiacenti di estrema sacrificalità, disponibilità e accudimento, con la speranza di rendere la relazione stabile e duratura.
La tendenza stessa a costruire una relazione di non mutualità, ma in cui l’altro e i suoi bisogni siano centrali, induce a lasciare spazio a personalità egocentriche e anaffettive, che finiscono per confermare in chi soffre di dipendenza affettiva la paura di non poter essere degni di amore. infatti la scarsa autostima spinge la persona che soffre di dipendenza affettiva a leggere la scarsa disponibilità dell’altro non come informazione sull’altro (“è un narciso egocentrico”), ma come informazione su di sé (“non mi ama perché io non vado bene”).

A volte, a causa di un torto subito dal partner, la rabbia può momentaneamente spingere chi soffre di dipendenza affettiva a dire basta e a chiudere la relazione, ma inevitabilmente, i sintomi dell’astinenza (depressione e incapacità di provare piacere, ansia, sensazione di vuoto ecc.) spingono a perdonare il partner e a giustificarlo rientrando così nel circolo vizioso di una relazione tossica.

Nei disturbi di personalità è frequente riscontrare dipendenza affettiva.
I pazienti con Personalità Dipendente sono caratterizzate dalla dipendenza dagli altri, cioè sono incapaci di vivere in maniera autonoma e hanno sempre bisogno di consigli e rassicurazioni. Quando sono soli si sentono indifesi e senza punti di riferimento, vivono costantemente con il terrore di essere abbandonati dal partner.

Pur di scongiurare il temuto abbandono sono disposti a fare cose spiacevoli e degradanti (ad es. si fanno sfruttare economicamente o sessualmente, tollerano l’infedeltà e nei casi estremi la violenza); anche i pazienti con Disturbo Borderline di personalità hanno serie difficoltà a stare da soli e adottano comportamenti dipendenti (ad es. si mettono a completa disposizione del partner e lo idealizzano). Hanno relazioni affettive caotiche caratterizzate da una passione travolgente, ma anche da discussioni violente; i pazienti con questo disturbo vivono con il terrore di essere abbandonati dal partner ma temono, nel contempo, di dipendere da lui e di perdere la propria autonomia.

I pazienti con Disturbo Istrionico di personalità temono la solitudine e sono travolti dall’angoscia davanti alla separazione; hanno costantemente bisogno di attenzione, approvazione e sostegno. Anche chi soffre di Disturbo Narcisistico di personalità non è immune, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, dalla dipendenza affettiva dal partner. I così detti narcisisti covert, infatti sono afflitti da pensieri di fallimento costante, mostrano scarsa autostima, sono molto attenti al giudizio altrui e ruminano costantemente, nelle relazioni mostrano un attaccamento ansioso dovuto alla costante paura del rifiuto e dell’abbandono.
I risultati hanno permesso di confermare un modello eziopatogenetico della love addiction che individua, quali fattori predisponenti, la presenza di traumi di abuso emotivo e di negligenza emotiva, gli stili di attaccamento preoccupato e timoroso, la presenza di sintomi dissociativi a livello patologico, la difficoltà, clinicamente significativa, nella regolazione delle emozioni.

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